Lavorare è un lusso?

Lavorare è un lusso?

Il 14 marzo 2012, Il New York Times, diede voce a Greg Smith, un alto dirigente del colosso bancario Goldman Sachs, che spiegò perché, dopo 12 anni di lavoro per la banca, aveva deciso di lasciare la remunerativa posizione in carica, raggiunta molto duramente, fin da quando era studente.

Credo di aver lavorato qui abbastanza a lungo – scrive Smith – da aver compreso quale traiettoria hanno assunto la cultura, le persone, l’identità aziendale. Posso onestamente dire che quest’ambiente è diventato tossico e distruttivo come mai prima. Gli interessi dei clienti sono sempre più marginali rispetto al modo in cui l’impresa pensa, opera e continua a fare soldi (…) Potrebbe sembrare sorprendente – continua Smith nel suo articolo-confessione – ma la cultura è sempre stata una parte vitale del successo di Goldman Sachs. Ha a che fare con il lavoro di squadra, l’integrità, lo spirito di umiltà e ricercare sempre il meglio per i nostri clienti. Questa cultura è ciò che ci ha consentito di guadagnare la fiducia dei nostri clienti per 143 anni (…) Se mi guardo intorno oggi non vedo praticamente alcuna traccia di ciò che mi ha fatto scegliere di lavorare per questa azienda per molti anni. Non ho più l’orgoglio né la convinzione”.



Greg parlava di una nuova creatività!

In Italia un giovane scrittore Stefano Casertano con il suo libro “Lavorare è un lusso!”, raccontava la sua esperienza da laureato a lavoratore senza portafoglio. Descrive la sua disillusione, come per molti laureati italiani, allontanati dal processo produttivo, costretti a fare imprenditoria all’estero e ad odiare il nostro Belpaese.

Le società finanziarie ed assicurative in particolar modo hanno promosso la defenestrazione di aspiranti manager “non in linea” con le direttive aggressive della banche d’affari. Si trattava di piazzare prodotti finanziari delle holdings, piuttosto che per effettiva esigenza del risparmiatore, come scrive Greg nelle sue memorie. Carta straccia su carta straccia.

La fiducia mal riposta sui manager d’assalto, ha generato conseguenze disastrose sulla gestione di molte famiglie che in molti casi hanno dovuto richiedere prestiti alla banca stessa, per ottemperare a semplici bollette. Un mattanza silenziosa avvallata dagli stessi organi di controllo, come ad esempio l’IVASS e la Consob in Italia, le pari della SEC americana.

Cosa successe in quell’inverno del 2013 quando il prezzo dell’oro cominciò la sua inesorabile discesa fino al dicembre del 2015? E perchè la sua marcia verso i 60 dollari al grammo di oggi?

RICCHEZZA REALE

Il bene reale, come l’oro fisico da investimento, ridimensiona i progetti di indebitamento mondiale delle banche, attraverso la narrazione della green economy. È il momento di ragionare sulla stretta della moneta elettronica e della green revolution, che toglie potere d’acquisto ai cittadini ed espone il risparmio a rischi di perdite consistenti. L’austerity è questo: materie prime ieri liberalizzate, oggi potrebbero tornare in regime di monopolio, per essere restituite a caro prezzo, come l’oro appunto.

Questo ben di Dio da 800 tonnellate annue sempre più in mano a poche elite finanziarie. (fonte World Gold Council – Q3/2021- oro finanziario).



Alla fine delle speculazioni c’è la ricchezza reale. Quanto oro ha Goldman Sachs? E Black Rock? E i Rockfeller? Che l’oro stia diventando la Krypto(n) dei poveri, è la nuova narrativa dei giornali finanziari per allontanare i privati investitori dal Physical Gold per gli Etf molto più rischiosi.

LA MISTIFICAZIONE DELLA REALTA’

Quando ci dicono che tenere i soldi in banca è più sicuro, mi viene in mente quella barzelletta del fortino di nordisti americani e il vecchio saggio indiano sulla montagna: il fortino militare si riempie sempre più di legna ed ogni volta che il militare sale sulla montagna e chiede al vecchio saggio come sarà l’inverno, lui si mette una mano sopra la fronte, scruta lontano nella legnaia del fortino sempre più colmo e dice che sarà rigido…molto rigido col passare dei giorni. Alias: in base a quanta liquidità c’è in banca si può alimentare il sistema del Debito.

Ci accorgiamo della grande balla della sicurezza finanziaria quando perdiamo il lavoro (bene reale): non possiamo più pagare, ma alla banca non interessa il perchè. Ecco invece il perchè delle garanzie?

L’oro è un bene reale indepauperabile. Gli immobili no.



Negli Anni Sessanta le case erano un bene di lusso. Ecco perchè il cuménda si comprava casa. Poi è diventata una moda, un bisogno e quindi un diritto. L’oro fisico è ricchezza reale per chi lo possiede. A differenza di un immobile si può frazionare e utilizzare solo la parte necessaria al consumo oppure all’acquisto di un auto, un PC, il dentista, un cavallo ecc ecc.

Il ritorno al passato, come si fa per scrivere la storia, va fatto conservando i documenti storici. Oggi siamo di fronte ad una digitalizzazione che non lascerà scampo al documento storico e tutto diventerà relativo nel prossimo futuro.

Greg è stato dimenticato ed oggi è il simbolo di quel mondo che ha solo fame di soldi e si chiama Banca d’affari e interessi finanziari.


Luca Clemente

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