Prezzo dell’oro: speculazioni contro svalutazione monetaria
Come ogni fine settimana, ecco la perla di saggezza sull’oro fisico da investimento ed i retroscena dell’economia transnazionale.
Alcuni analisti affermano che nei prossimi anni il prezzo dell’oro potrebbe anche superare i 3000 dollari per oncia. Alcuni ipotizzano anche un aumento del 500% entro il 2030, per via dell’inflazione e il conseguente aumento delle materie prime.
Allo stesso tempo, le scommesse finanziarie legate alle oscillazioni del prezzo dell’oro, come in un investimento azionario, rendono la sicurezza del bene rifugio sempre più volatile. L’oro oggi vive una fase di oscillazione che ne riduce la sicurezza che ha rappresentato per secoli. Cosa ne pensano i grandi analisti?
Il capo analista di Goldman Sachs, Damien Courvalin, ha previsto un ritorno del prezzo del metallo giallo oltre quota 2.000 dollari già nel primo trimestre del 2022. Parola di Oro Villa. Mentre Credit Suisse crede invece che ci siano dei rischi che il prezzo dell’oro crolli ancora come nel 2013: “…i fattori di rischio per l’oro, secondo noi, includono una Fed più aggressiva, il ritorno all’inflazione normalizzata, l’effetto di sostituzione con le criptovalute e la persistente debolezza della domanda al dettaglio”. Fahad Tariq. Commoditiestrading.it
Il manager Thorsten Polleit, capo economista presso il commerciante d’oro Degussa, sostiene un aumento senza precedenti del metallo prezioso.
Finanza e beni reali
La manipolazione finanziaria come abbiamo già detto nell’articolo Green Pass e moneta elettronica è oggi una prassi nella logica del risparmio. La finanza dopata rischia da un ventennio e scommette sul fallimento del sistema finanziario, brucia moneta ed allontana allo stesso tempo lo spettro di un fallimento.
Questa prassi rischia di sperperare ingenti quantità di denaro “messo da parte” faticosamente da risparmiatori che hanno lavorato per una vita. Le faccie rassicuranti di consulenti senza scrupoli, ma soprattutto le parole delle grandi società finanziarie che “garantiscono” il ritorno del capitale investito, spesso si rivela in corso d’opera una discesa disastrosa che trasforma l’investimento in un rischio 4,5 ,6 o 7, alto.
L’appello verso i consulenti che dovrebbero consigliare la difesa del risparmio e non manovre d’attacco, se non espressamente richieste dal cliente stesso, è oggi diventata una necessità. Investire in oro fisico non è la soluzione, ma una diversificazione. E’ necessario tuttavia richiedere la nota informativa e il prospetto di offerta per qualsiasi investimento, compresi i titoli di Stato che, anch’essi dal 1 gennaio 2016, hanno un profilo di rischio finanziario molto alto, anche se non dichiarato.
I limiti del sistema neo-finanziario
Le crisi finanziarie ed economiche degli Stati, mediatori politici delle decisioni di aziende ad alte concentrazioni finanziarie, possono ribaltare completamente i termini di un investimento. La neo-finanza senza scrupoli ha dei limiti. I beni materiali primari, tra cui l’oro e tutte le materie prime necessarie alla sussistenza del sistema finanziario ed economico, sono inviolabili per la tenuta del sistema globale. E’ il suo sistema immunitario.
Quando il sistema finanziario si sbilancia, viene riportata in una condizione di equilibrio ristabilendo un rapporto di quasi parità con i beni reali che costituiscono il patrimonio. Questa condizione era la stessa nella parità aurea tra valute. Quando un sistema stampa troppi soldi non va bene perchè si crea inflazione, che si genera ottimi interessi, ma sono “bruciati” dall’aumento dei prezzi. Per questo motivo l’oro fungeva da bilancia nel gold standard, per evitare le bolle e gli sprechi.
Negli ultimi 20 anni si è cercato un processo inverso. Togliere moneta dal mercato per ridurre la svalutazione monetaria, perchè nei vent’anni precedenti è stata stampata una quantità eccessiva di moneta, in particolare nei Paesi Occidentali. La finanza dal 2008, attraverso le banche centrali e gli istituti finanziari, ha ridotto la moneta in circolazione ed elettronica, generando un effetto deflattivo sul sistema economico.
LA DEFLAZIONE CON AUMENTI DI PREZZO
Com’è possibile che aumentino i prezzi se siamo in deflazione? Quando c’è la svalutazione della moneta di conto c’è anche un esborso maggiore per acquistare la stessa quantità di bene. A meno che non ci sia un’offerta maggiore del bene in questione.
Ebbene. Addoggi il caro-vita e i beni di prima necessità sono aumentati di prezzo. Ma anche la forbice tra ricchi e poveri si è divaricata. La middle-class si è divisa. Per qualcuno è più difficile conservare i risparmi, per altri ci sono aumenti di stipendio che portano a consumare uguale ma a resistere meglio a questo maggior esborso ingiustificato.
Verrebbe quindi da dire che il prezzo delle materie prime è aumentato in effetti, perchè se ne può offrire una quantità minore oppure perchè ci sono più persone che ne devono usufruire (per me è la seconda). La green revolution che punta tra l’altro ad elevare il livello economico e finanziario dei paesi cosiddetti, fin ad oggi, in via di sviluppo, porta in se questo tipo di messaggio ai Paesi capitalisti di vecchia data, come l’Italia, la Francia e la Germania.
MATERIE PRIME SEMPRE PIU’ PREZIOSE
Continua quindi l’emorragia di ricchezza che sposta i risparmi verso una finanza sempre più rischiosa e sempre meno garante della benessere economico di tutti i risparmiatori che per anni hanno finanziato lo Stato e le banche. I consulenti finanziari dovrebbero quindi ricordare questo quando si espongono in un investimento che aiuta questa logica ma non il risparmiatore.
Luca Clemente
Immagine di copertina Tradeonline.com