MONETE DIGITALI E SVALUTAZIONE
Le banche centrali sono diventate grandi acquirenti di Oro fisico dalla fine del 2015 con l’obiettivo preciso di dare copertura alla finanza con un bene reale, materiale e stabile nel tempo. Dai forzieri dei templari ai caveau sofisticati delle moderne tecnocrazie, si punta a creare circuiti di monete mondiali virtuali, per “agevolare lo scambio internazionale e tenere sotto controllo l’inflazione, cioè la sovraproduzione di moneta per i pagamenti“.
Tra il 2025 e il 2026, la moneta elettronica lascierà il posto alla moneta digitale per i pagamenti internazionali, che dovranno essere garantiti da valori reali, secondo Basilea, quali le materie prime, gli immobili e le attività economiche. Il come è chiaro: si allinea il valore del bitcoin in questo caso ad un benchmark, ossia un valore di riferimento, come lo è stato il dollaro finora, per gli scambi internazionali.
L’oro sembra essere uno dei candidati preferiti, vista la corsa all’acquisto da parte delle banche centrali, le quali finanziano molte delle miniere che lo estraggono, L’oro è un valore di riferimento stabile nel tempo, perchè è una materia prima che non perde mai di valore.
IL MERCATO FINANZIARIO E L’ORO FISICO
Da qualche tempo, come abbiamo detto negli scorsi articoli di questo blog, l’oro ha un prezzo volatile, pericoloso sotto il punto di vista della stabilità e della garanzia di capitale, ma nel lungo periodo non ha mai deluso, in 5000 anni di storia: l’oro è sempre oro. Chi lo compra oggi lo paga una fortuna per effetto delle speculazioni in atto. Perchè l’oro è aumentato del 25% in sei mesi nel 2024.
Le contrattazioni dei titoli, ETF ed ETC, colpiscono al cuore il sistema dei beni reali, perchè ne aumentano il prezzo in modo fittizio con un rischio maggiore di crollo. Un secondo atto dei mutui subprime concessi a debitori protestati tra il 1995 e il 2008 con successiva cartolarizzazione, che conosciamo come “crollo di Lehmann Brothers”. L’insolvenza dei debitori è un “pezzo” del crollo che negli Stati Uniti è stato calcolato come una bolla finanziaria da 800 miliardi di dollari, con conseguente (e lo vediamo solo ora) spallata al sistema tributario ed economico americano.
IL CROLLO DEL 2013
Successivamente, nel febbraio del 2013, il crollo del prezzo dell’oro è stato lampante negli USA, più soft in Europa. Quando l’euro era ad 1,40 sul dollaro, il crollo del prezzo dell’oro da 2000 dollari a 1000 negli Stati Uniti, ha fatto più scalpore del calo da 1300 a 1000 euro per oncia in Europa. Così come il prezzo dell’oro in Gran Breatgna passò da 1094 sterline il 18 agosto 2012, a 700 del luglio del 2015, ma nessuno urlò allo scandalo. Tutti coinvolti nella finanza dopata. La massiccia vendita di oro e titoli dell’agosto 2013 fece crollare il prezzo dell’oro e dei titoli legati ad esso. Pratica di credit default swap (vedi film “La grande scommessa”)
Ma vi siete mai chiesti a quanto oro corrispondevano 800 miliardi di dollari? Io sì: circa 10.000 tonnellate, il corrispettivo di 5 anni di estrazione, 4 volte l’oro che detiene l’Italia, un quinto dell’oro che possiedono le nazioni nel mondo, per il quale hanno dovuto vincere guerre nei secoli. Oggi estrarre oro costa tra i 20 e i 40 dollari per grammo, il fabbisogno è di circa 4000 tonnellate annue e si estraggono dalle 2500 alle 3000 tonnellate ogni anno. Pensiamo se venissero cartolarizzati, trasformati in derivati.
COPERTURE REALI
Il crollo del prezzo dell’oro del 2013 fu dovuto non tanto alla contrazione della Domanda di Oro, quanto ad un riassestamento del valore del Dollaro, rivalutato del 30% poi in poco più di 3 anni. Dal 2013 al 2016 compreso, l’America si ritrovò ad aumentare i suoi livelli di copertura mobiliare, con l’annessione di interi patrimoni di case e vendendo oro. Un vero e proprio anschluss in stile austro-ungarico complici le banche che “sequestravano” le case e le attività ai clienti inadempienti, facendo poi leva sui titoli in borsa, legati in qualche modo a questa bolla immobiliare, durata fino ad oggi.
Black Rock, in quanto banca privata e non banca centrale, comprò nel 2016 circa 1 miliardo di dollari in oro più partecipazioni nelle miniere estrattive di tutto il mondo. Il prezzo dell’oro nel frattempo è passato da 1000 dollari, come dicevamo, a 2600 dollari per oncia. Le banche centrali quindi hanno ricominciato a comprare oro quando il prezzo crollò. Oggi hanno la copertura per assumere nuovi rischi finanziari.
BLACK ROCK SULLE MANI DI SACE
Oggi in Italia, Sace è un gruppo assicurativo-finanziario che “da oltre quarantacinque anni è il partner di riferimento per le imprese italiane che esportano e crescono nei mercati esteri”, come si legge sul suo sito. Il gruppo BR, ha intavolato una trattativa per la gestione assicurativo-finanziaria delle PMI in Italia attraverso SACE.
Nel suo intervento alla Commissione europea, “nonno banchiere” ha delineato il progetto per lo sviluppo europeo, auspicando tre linee guida: l’Europa deve riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, la decarbonizzazione ed infine ma non ultimo, si auspica lìEuropa di andare verso una Securities and Exchange Commission di tipo statunitense, aggiungo, insieme alla digitalizzazione monetaria e la copertura patrimoniale, un progetto da 800 miliardi di euro!
Luca Clemente – Guida all’investimento in oro fisico
foto in copertina da – Repubblica.it
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