Stop alle guerre?
Cominciava così l’articolo della Provincia pavese due mesi fa dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni amercane. Biden aveva già perso le Presidenziali a giugno, ma ormai ha ristabilito l’influenza della NATO nell’Europa dell’est, al fine di separare per sempre l’Europa dalla Russia e più a Sud, l’Iran dalla Lega Araba.
La Grande America e il Grande Israele, un sogno in comune che lascia sbigottiti. L’oro intanto è cresciuto del 30% in anno (e che anno!) e a poco sono serviti gli appelli all’ONU per fermare la mattanza ad Est del mondo, il diktat dell’amico democratico americano oggi in disparte che passa il testimone al cugino repubblicano con il Canada e la Groenlandia unite agli USA nella cartina mostrata da Trump.
Joint energetiche? Questa sembra essere la scusa. E’ diffusa ormai l’informazione che le materie prime energetiche quest’anno cresceranno di un buon 20% come l’oro, ma la speranza di fermare le guerre in auge, sembra proprio lontana. Intanto l’azionario americano registra una crescita per il 2024 del 20% (Nasdaq, fonte teleborsa).
LE GUERRE TERRITORIALI
Mentre il prezzo dell’oro è salito nel 2024 dai 60.000 agli 83.000 euro per chilo, la cartina in basso suggerisce il percorso delle fonti energetiche ed averle in casa è oro o è dramma. Le guerre territoriali, ancora sconosciute alla società contemporanea, tornano in auge dai libri di storia, da poco trasformati in libri-video su youtube. Le fonti di queste pubblicazioni, sempre molto vaghe, spesso sono pilotate da voci fuori campo che interpretano a piacimento questo o quell’altro aspetto storico e politico nel contesto internazionale, ai più ahimè sconosciuto.
Se diamo uno sguardo ad una planisfero politico, capiamo il 10% delle cose, del perchè si vengono a delimitare regioni e confini con un ordine ben preciso. Da una cartina delle risorse energetiche riusciamo a capire qualcosina in più. Ormai sono molte le cose criptiche: oltre alle valute, i massmedia non informano più adeguatamente (forse non lo hanno mai fatto!) e ci tocca guardare altrove.
Per questo motivo Tesaurum, mappa le risorse con un occhio sulla moneta di conto mondiale, l’oro. Diversificare in oro sì, ma è bene conoscere quali dinamiche legano indossolubilmente la ricchezza reale alle scelte politico-economiche, una lezione di guida per imparare dove e quando investire.
I MINERALI CRITICI
“Secondo lo studio sui minerali critici della Commissione Europea, aggiornato al 2023, il Vecchio Continente importa il 100% delle terre rare pesanti e il 97% del magnesio dalla Cina. Con questa premessa Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, giovedì 16 marzo ha annunciato due nuovi pacchetti normativi del Green Deal Industrial Plan, il piano europeo per un’industria sostenibile. Terre rare e magnesio sono due dei più di 30 minerali essenziali al sistema industriale europeo, per la produzione di magneti il primo, di alluminio, acciaio e diversi dispositivi elettronici il secondo.
Continua Ursula: “La pandemia e la guerra ci hanno insegnato una lezione sulle dipendenze. Se vogliamo essere indipendenti, dobbiamo urgentemente rafforzare e diversificare le nostre catene di approvvigionamento con partner più stretti”. da, Università di Padova, Bo Live
Il risultato è l’aumento del prezzo di queste materie prime le quali avranno un impatto sia sull’assetto economico mondiale, sia sul carovita delle famiglie, a lungo andare. Come dicevamo, non solo il prezzo dell’oro, dell’argento e del platino aumentano per effetto della bolla speculativa dei titoli emessi in Borsa, ma saranno anche più difficili da acquistare.
Gli investimenti porteranno nuove forme di approvvigionamento. I titoli finanziari hanno piccole quantità di sottostante che condiziona il mercato con indici volatili nel breve periodo. L’oro rimane l’investimento maggiormente sicuro sotto il profilo della tenuta dei prezzi, ma diversificare le commodities, ormai un investimento speculativo più che mai in quest’epoca, tutela il risparmio nel medio-lungo periodo.
Luca Clemente
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